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Googlefonini "low cost" in Italia, ecco la ricetta cinese

di Gianni Rusconi

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7 marzo 2010


Zte in Italia non è un marchio conosciuto al grande pubblico. Eppure la metà della chiavette Usb che permettono di navigare on line a banda larga da notebook e netbook vendute nel Bel Paese sono prodotte, per conto di Onda o Momo Design, proprio dalla società cinese. Che fra apparati e soluzioni di rete, dispositivi per la connettività dati e cellulari è uno dei primi player al mondo servendo oltre 500 operatori telco in 145 Paesi. Fra questi c'è naturalmente anche l'Italia, dove la filiale opera in veste di fornitore e partner dei principali operatori nazionali, Telecom Italia in testa. Le attività della in campo cellulari nel nostro Paese sono poco note – sebbene i clienti a portafoglio si chiamino Vodafone, 3 Italia, Fastweb – semplicemente perché la filosofia di Zte è quella di essere un produttore "Odm" (Original design manufacturer), che produce cioè per conto di un'azienda terza e non a proprio marchio. Salvo rare eccezioni, che riguardano il mercato cinese e in Europa quello portoghese e quello italiano, con il debutto del cellulare ultra economico per Poste Mobile recante anche il marchio Zte Mobile.

Entrata a far parte della Open Handset Alliance fondata da Google a inizio gennaio, la società cinese (la terza a far parte del consorzio di cui sopra dopo Lenovo e Huawei) è ora pronta a giocarsi la carta Android. Il primo smartphone frutto dell'attività di sviluppo sulla piattaforma open source della casa di Mountain View (la cui licenza è si gratuita ma richiede non poche risorse per adattarla alle specificità funzionali di ogni operatore di telefonia mobile) è ormai in rampa di lancio e farà da apripista ad almeno cinque/sei modelli che verranno lanciati nel corso del 2010. Vedremo quindi googlefonini "made in China" da battaglia ma anche esemplari di fascia alta con schermo touch extra large da 5,5 pollici e tastiera Qwerty e due delle novità androidi di Zte, come ha confermato al Sole24ore.com Rosario Moscato, Mobile Devices Sales Director della società in Italia, arriveranno in autunno anche nel nostro Paese. Ma da quali presupposti nasce la decisione di salire a bordo dell'ormai affollatissimo treno di Android? "Siamo un'azienda – questa la risposta di Moscato - che lavora con tutte le piattaforme software presenti sul mercato e il nostro compito è innanzitutto quello di saper rispondere alla domanda degli operatori, che sono il nostro primo e principale interlocutore. Gli smartphone con il sistema operativo di Google sono sempre più di moda e richiesti e Zte è decisa a investire in questa piattaforma per soddisfare la domanda del mercato ma in linea generale non abbiamo preferenze di sistema operativo e abbiamo la capacità di sviluppare terminali con Windows Mobile come su Linux, sul nostro software proprietario, su Android o Symbian. Chi vincerà la sfida negli Os per cellulari? A mio avviso quello che si dimostrerà più stabile e che saprà far girare in un unico ambiente operativo e tramite un'unica interfaccia utente le applicazioni scaricate dai vari negozi virtuali".

Per Zte, in definitiva, non ci sono limiti nel costruire cellulari "on demand" quanto a software, materiali e caratteristiche tecniche e funzionali e lo riprova il fatto che al Mobile World Congress 2010 la società ha messo in vetrina un super telefonino 3G touchscreen, il modello Bingo, basato sulla Brew Mobile Platform di Qualcomm. Di sicuro la casa cinese non vuole perdere l'opportunità di crescere in termini di volumi di vendita in relazione alla prevista e duratura crescita di domanda degli smartphone. Tenendo fede, osserva in tal senso Moscato, a uno dei capisaldi della sua strategia: "offrire prodotti su misura per le esigenze dell'operatore mobile e accessibili a tutti". Il che significa, naturalmente, puntare anche sul fattore prezzo e non a caso fra le "new entry" di Zte per il mercato italiano ci sarà probabilmente un cellulare Android, privo di connettività Wi-fi e con display da 2,8 pollici, con costi di listino sotto i 200 euro.

7 marzo 2010
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